Doppia vittoria per Marchesane al Concorso Fondazione Marzotto!

Risultato clamoroso per la scuola secondaria di Marchesane all’ottava edizione del Concorso  organizzato dall’Associazione Progetto Marzotto, quest’anno intitolato“La famiglia che vorrei”. Dei ben quattro lavori segnalati, il testo di Martina Squizzato, il video realizzato da Sofia Tavarner e Martina Squizzato, il video di Teresa Vialetto e Libera Alberti, tutte appartenenti alla ex IIIE, infine il testo di Wisdom Amey, della IIIE in corso, le prime due opere hanno ricevuto il premio dalla giuria, nella splendida cornice del Teatro Olimpico di Palladio a Vicenza. Una grande soddisfazione per i ragazzi e per i docenti di Marchesane, un riconoscimento alle energie incanalate in un percorso non sempre in discesa ma che evidentemente porta a raggiungere anche ambiziosi traguardi!

Proponiamo di seguito il testo di Martina, il video di Sofia e Martina, opere vincitrici, ed il video di Teresa e Libera.

La famiglia che vorrei 

Un prato immenso. Ai margini un fiume, dalla fine ignota. I raggi del sole che si rispecchiavano nell’acqua. E io, che da una parte tenevo per mano mamma e dall’altra papà. Mi sentivo al sicuro. Mi sentivo protetta. Camminavamo insieme, e i fiori ci guardavano dal basso come se volessero essere colti. Si muovevano lievemente, cullati dal vento. Dopo qualche passo ci sedevamo sul manto verdeggiante e papà mi posava una mano sulla spalla mentre mamma mi accarezzava la guancia. Mi guardavano tutti e due con gli occhi lucidi. Io non sapevo dove porre lo sguardo e allora fissavo dritto il cielo. Sembrava un disegno. Come se qualcuno con gli acquerelli l’avesse dipinto d’azzurro. Dal più scuro al più chiaro.  E poi, con un segno netto, avesse marcato tante macchie di tempera bianca.

In fondo a quel cielo blu la città si faceva così piccola, e gli attimi si fermavano. Solo per poco, e poi ripartivano per tornare l’indomani.

Allora il sole correva a nascondersi dietro le Alpi, e in quel luogo magico calava il silenzio. Ma il chiarore della luna colpiva i nostri volti. E ancora una volta eravamo felici. Legati da un filo e stretti da un abbraccio.

E io che mi addormentavo cullata dalle mani calde e dalla voce un po’ grave, che intonava una melodia.

Mi ricordo benissimo di tutte quelle volte, tutte quelle mattine d’estate che senza pensarci troppo prendevamo la macchina e andavamo al  mare. Passavamo insieme l’intera giornata, e tra una passeggiata e qualche tuffo si faceva di nuovo sera.

Mi ricordo di tutte le conchiglie raccolte, con le quali poi giocavamo mettendole in ordine sulla sabbia. E di tutte quelle che portavo all’orecchio per sentire le onde che si infrangevano sugli scogli, ma soprattutto per sentire l’eco delle nostre risate che vincevano su tutto, su tutti i rumori.

Mi ricordo di quei pomeriggi tristi, piovosi, in cui tutto sembrava fermarsi. Però loro c’erano, e nonostante fossero stanchi, molto stanchi, trovavano sempre e comunque la forza di giocare con me e di rendermi ancora una volta la bambina più felice del mondo.

Altre volte, invece, ricordo gli attimi più gioiosi guardando il paesaggio in cui sono cresciuta. Rivedo papà che mi prende in braccio per farmi arrivare ai rami più alti del ciliegio, o che mi rincorre nel cortile. Rivendo mamma che mi consola dopo una brusca caduta in bicicletta. Ricordo me così piccola, e loro così grandi e forti.

Crescendo, capii che la favola che stavo vivendo incominciava a mancare di qualcosa. E in così poco tempo mi ritrovai in una situazione che mai avrei immaginato.

Svegliarsi e non poter dire “buongiorno” a chi vorresti. Rientrare a casa, e trovare la tavola apparecchiata per due. Dover scegliere con chi stare. Scegliere tra due persone che ami, alle quali non puoi rinunciare.

I giorni iniziarono a salutare le piccole quotidianità, che da sempre si ripetevano. Quelle monotonie che mi davano il senso di “casa” e che mi rendevano felice.

E in un attimo mi ritrovai come spaesata.

Riguardo una foto. Una nostra foto. Scattata per sbaglio ma al momento giusto. Tutti e tre ridevamo, e più la guardo più capisco come il tempo passa e le cose cambino. Di quanto siano preziosi gli attimi e qualsiasi piccolezza che a volte viene sottovalutata.

Però ogni esperienza porta ad un insegnamento, e se c’è una cosa che ho capito è che “famiglia” non è solamente vivere tutti sotto lo stesso tetto, ma è anche vivere con la certezza di esserci sempre l’uno per l’altra. Perché se c’è affetto ci sarà sempre famiglia…

La mia famiglia vive nei ricordi, ma è la mia famiglia quella che vorrei.

Martina Squizzato

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video di Sofia Taverner e Martina Squizzato

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video di Teresa Vialetto e Libera Alberti

2 Comments:

  • Complimenti a tutti, ma soprattutto alle vincitrici!
    Da una mamma 🙂

  • monica cavallin / Rispondi

    Complimenti a tutti! La classe (ex) III E ha dimostrato, anche in questa occasione, il detto “pochi ma buoni”.
    Continuate così!
    Monica

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